Economia
Fino al 1800 Malta aveva ben poche attività produttive, fatta eccezione per la coltivazione e lavorazione del cotone e del tabacco e per l’industria navale. I cantieri navali vennero poi utilizzati dagli Inglesi per scopi militari. Durante la guerra l’economia di Malta prosperò particolarmente per via della sua posizione strategica.
Nel 1869 l’apertura del Canale di Suez dette una notevole spinta all’economia, per via del gran numero di navi che attraccavano nei porti.
Alla fine del XIX secolo l’economia iniziò però a declinare e verso gli anni quaranta cadde in una profonda crisi, poiché le grandi navi avevano aumentato la loro autonomia e non necessitavano più di rifornimento.
Ai nostri giorni le maggiori risorse di Malta sono il calcare, una posizione geografica favorevole e una forza lavoro molto produttiva. Malta produce circa il 20% del proprio fabbisogno, ha risorse idriche d’acqua potabile limitate e nessuna fonte di energia domestica. L’economia dipende degli scambi con l’estero, dal settore manifatturiero (in particolare tessile ed elettronico) e dal turismo. Quest’ultimo è aumentato in maniera vertiginosa negli anni e ha portato alla costruzione di numerose strutture turistiche sull’isola.
Malta ha recentemente privatizzato alcune società statali e liberalizzato i mercati in modo da prepararsi per l’ingresso nella Unione Europea, a cui ha avuto accesso il 1º maggio 2004.
È membro del trattato Schengen dal 21 dicembre 2007; dal 1º gennaio 2008 Malta ha adottato l’euro, moneta unica europea, insieme a Cipro: si è trattato del secondo allargamento della zona euro a partire dalla sua nascita nel 2002 (il primo allargamento è stato nel 2007, con l’ingresso della Slovenia nella zona euro).
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Fonte: wikipedia.org